Tutto è uno!

Lungo il cammino dello stupore sfuggo per un attimo al mondo
della divisione ed entro nel mondo dell’unità, dove una cosa, una creatura, dice a ogni altra: «Tat tvam asi» (Questo sei tu). –
Herman Hesse

Dalla studio della fisica abbiamo appreso molto, arrivando finalmente a fare chiarezza su questioni che per secoli sono rimaste oscure. Abbiamo sbirciato oltre il velo di ciò che percepiamo come la realtà, e vi abbiamo trovato un universo diverso da come ce lo aspettavamo, ma comunque dotato di una suo coerenza e, perché no, di una certa bellezza.

L’Universo dunque esiste ma non muta. Come un magnifico romanzo, illustrato e ricco di particolari, esso rimane così com’è, ogni sua pennellata correlata con le altre da una logica stringente ma fissata una volta per sempre sulle sue pagine. Le nostre esistenze, per quanto la cosa ci possa sembrare impossibile, non sono poi così lontane da quelle dei personaggi di un libro. Ma sbaglierebbe chi ritenesse che ci sia bisogno di un lettore per renderle reali: il dettaglio con il quale sono rappresentate è così raffinato da dar loro letteralmente la vita!

Dallo studio della fisica, dicevo, abbiamo appreso che quello che ci appare come il trascorrere del tempo è un’illusione creata dalla mente. Tutti gli eventi dell’intero universo, compresi quelli dai quali prendono vita gli istanti delle nostre esistenze, sono presenti da qualche parte nel Tutto. Quello che provi adesso, mentre stai leggendo queste righe, e che ti appare come un attimo fuggente che ti scivola tra le dita è in realtà un evento eterno. C’è un piccolo angolino nell’immenso spazio-tempo nel quale una particolare configurazione di particelle, di campi di forza o chissà Dio cos’altro genera la sensazione di essere un Io, il tuo Io in questo momento, e lo fa per l’infinità di un’eternità fuori dal tempo.

Non solo il tuo, ovviamente, e non solo uno in particolare ma tutti gli istanti nei quali una qualsiasi creatura prova qualcosa sono sperimentati assieme, e per sempre.

L’universo, vasto al di là della nostra immaginazione, è popolato da eventi di ogni tipo: le stelle nascono e poi muoiono con colossali esplosioni, sciami di particelle vagano senza meta nel vuoto del cosmo, gli incastri della chimica creano molecole fantasticamente complesse come il DNA. Ma questo spettacolo immenso e meraviglioso sarebbe senza senso se non ci fosse nessuno ad assistervi!

Che sia una condizione necessaria alla sua esistenza, o che sia un semplice frutto del caso, fatto sta che l’universo contiene degli atomi di coscienza, attraverso i quali si osserva e prende consapevolezza del suo stesso esserci. Diamo dunque il nome di Esistenza, con l’iniziale maiuscola in onore alla sua importanza, all’insieme di tutti gli atomi di coscienza, tra i quali vi sono – ovviamente – anche quelli che costituiscono la tua vita. L’Esistenza non è Dio, né qualcosa di remoto e irraggiungibile. L’Esistenza sei tu mentre leggi queste parole, sono io che le scrivo, è un soldato che muore, è una mamma che vede nascere suo figlio. È ogni atto con cui un singolo essere vive il suo qui, ora ed io: tutto ciò che è mai stato sperimentato e mai lo sarà è parte dell’Esistenza, eterna e sempre presente a se stessa.

Che l’Esistenza sia, ed una sola, è palese, anzi è l’unica certezza che possiamo accettare al di là di ogni dubbio – con una sorta di cogito, ergo est post-cartesiano. Essa realizza in sé l’unione di due opposti apparentemente inconciliabili: ogni atto di ogni vita è dato in essa per sempre, ma viene vissuto come parte di una storia in perenne evoluzione. Non ha bisogno di una causa, perché non ha senso pensare ad un prima in cui essa non c’era, e allo stesso tempo è il motore immobile che anima ogni nostro atto.

All’interno di questa eternità, nell’immensità dell’esserci, il nostro esistere in quanto individui dipende dal principio di località della mente, il che significa fondamentalmente che siamo noi stessi grazie all’ignoranza. Tutti gli atomi di coscienza esistono assieme, come smeraldi incastonati in un immenso cristallo trasparente, ma ciascuno di essi contiene in sé l’esperienza di un qui ed ora personale con il suo corollario di illusioni, del tutto autosufficiente e convinto di trovarsi al centro dell’universo.

Il problema delle altre menti, cioè capire che significato dare agli altri Io che non sono il mio, diventa quasi banale una volta inserito nel paradigma dell’Esistenza. La tua vita in quanto individuo è una collezione di atomi di coscienza legati assieme da una catena di ricordi, che vanno intesi in senso lato: oltre alle memorie vere e proprie codificate nel cervello hai un corpo la cui struttura varia molto lentamente con il tempo e sei inserito in un ambiente altrettanto stabile. Ritenere collegati questi atomi è dunque un’operazione del tutto legittima, ma rimane in fondo una convenzione. Poiché essi sono, e nulla può cambiare all’interno dell’Esistenza, non c’è – e non è affatto necessario che ci sia – qualcosa che scorre attraverso il tutto illuminando in una particolare sequenza gli istanti della tua consapevolezza così da distinguerli dagli altri.

È altrettanto legittimo, e molto istruttivo, guardare ai momenti della vita di più esseri come una singola consapevolezza che sperimenta uno alla volta il punto di vista di ciascuno. La prossima volta che ti troverai assieme ad altre persone, magari sull’autobus o in coda in attesa del tuo turno, prova a visualizzare gli atomi di coscienza dei presenti come parte dell’Esistenza, immaginando di scattare una sorta di fotografia istantanea dei loro pensieri e pensando poi di vivere il tuo, quindi quello del tuo vicino, quello di un’altra persona un poco più in là e così via. Allo stesso modo puoi immaginare di vivere dieci secondi della vita di Giulio Cesare, dieci della tua e via alternando, oppure tutta la sua vita, poi la tua, e poi magari quella di Cleopatra o di chiunque altro, nell’ordine che preferisci.

Probabilmente ti è familiare il concetto di rinascita, presente in molte religioni, secondo il quale dopo la morte del corpo materiale lo spirito si incarna in un nuovo ospite per vivere una nuova vita, senza alcun ricordo della precedente. L’idea presa ingenuamente è viziata da lacune logiche che la rendono insostenibile (ad esempio che accade alle anime se il numero totale di persone in vita aumenta o diminuisce?), ma acquisisce un significato particolare all’interno dell’Esistenza. Guardando alle nostre vite nel contesto più ampio al quale appartengono vediamo che la reincarnazione è un fatto del tutto reale, con la differenza che ogni singolo essere vivente rinasce come tutti gli altri, vivendo tutte le vite!

«C’è qualcosa che non mi torna», potresti pensare a questo punto, «questo non significa forse che le stesse vite vengono vissute innumerevoli volte, anzi infinite, sempre identiche?». Per quanto ciò possa essere inquietante, non è in contrasto con la struttura della realtà, e può essere ritenuto vero. È innegabile però che il nostro linguaggio – e con esso i nostri schemi di pensiero – non è adatto a descrivere un universo statico privo dello scorrere del tempo: possiamo coniugare il verbo ‘essere’ al passato, al presente o al futuro, ma dobbiamo ricorrere a complessi giri di parole se vogliamo descrivere qualcosa che semplicemente è. L’istante che stai vivendo è unico, o è destinato a ripetersi all’infinito, sempre identico? Chi ha compreso la duplice natura della realtà vede chiaramente che una cosa non esclude l’altra. Nei fatti si tratta – è proprio il caso di dirlo – di una questione di punti di vista.

E che dire della libertà di scelta, che tutti sentiamo di avere? Se la nostra vita sta all’Esistenza come quella di un personaggio letterario al suo romanzo, che spazio c’è per la nostra iniziativa, le speranze, il caso? Che senso dare ad una frase come «Giulio Cesare avrebbe potuto scegliere di non varcare il Rubicone, se lo avesse voluto, ma lo ha fatto e ora la sua scelta fa parte del passato e non può più venir cambiata» quando il fatale momento della sua decisione è tanto reale ed attuale quanto il presente che stai vivendo tu? Significa forse che esiste una sola storia, fissata una volta per tutte, e che tutto è già stato deciso, lasciandoci solo l’illusione della libertà?

Ancora una volta la natura ci sorprende mostrandosi molto più complessa – e affascinante – di come la potremmo ingenuamente dipingere nella nostra fantasia. E ancora una volta ci troviamo a guardare meravigliati, a posteriori, l’ingegnosità delle soluzioni che ha saputo trovare. Prepariamoci dunque ad allargare ancora il nostro orizzonte, e scoprire che l’Esistenza è molto più grande di quando avremmo potuto immaginare.

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