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Chi sei tu, chi sono io?

Ritengo che tutto debba basarsi su una semplice idea. E ritengo
che questa idea, quando alla fine l’avremo trovata, sarà così bella ed evidente che ci diremo l’un l’altro: «Sì, come avrebbe
potuto essere diversamente?» – John Archibald Wheeler

Nell’immenso oceano dello spazio, del tempo e delle possibilità, vasto al di là di ogni immaginazione, io sono, tu sei. Qui, ora, parte di una catena di eventi che sviluppandosi diventa vita. Perché ora, perché qui, perché io? Chi o cosa ha stabilito che questo debba essere il nostro posto all’interno di una tale immensità? Sorte, destino o forse la scelta di un dio?

Se ti sei già posto queste domande è probabile che tu abbia rinunciato a dar loro una risposta, relegandole tra le tante questioni metafisiche destinate a rimanere per sempre insolute. Ebbene non solo una risposta c’è, ma è profonda, splendida nella sua eleganza e può venir raggiunta con una ragionamento del tutto razionale basato sulla fisica più solida che l’umanità ha saputo finora svelare.

Ho scritto queste pagine per condividere un’idea, e con essa la gioia che ho provato io quando ho potuto ammirare per la prima volta la sua bellezza. Certo, quest’idea non è per tutti. La visione della realtà che ne consegue è affascinante, semplicissima e complessa allo stesso tempo. Capire cosa sono la vita e la morte, penetrare i segreti del tempo, scoprire qual è il nostro posto all’interno del Tutto e dell’eternità, comprendere in che senso tu, io ed ogni altro essere senziente siamo la stessa persona, dare un senso alle apparenti contraddizioni dei santi e dei filosofi. Se senti che queste parole risuonano con la tua anima allora vale senz’altro la pena di iniziare il cammino.

Si tratta di un viaggio grandioso che cambia per sempre chi lo intraprende ma che non offre, ahimè, alcuna consolazione a buon mercato per l’ego. Niente promesse di un felice aldilà, nessun Universo che ti ama e lavora per soddisfare i tuoi desideri. E nonostante l’idea in sé sia semplicissima, oserei dire nella sua banalità, per arrivare a comprenderla davvero servono molte qualità. Servono intuizione, intelligenza e conoscenza, studio e pazienza. E serve soprattutto una mente aperta e coraggiosa, disposta a lasciar andare tutti i pregiudizi su come le cose dovrebbero essere ed accettare che, invece, esse semplicemente sono come sono.