Sebbene io abbia fatto ogni sforzo per condensare l’idea alla base del concetto di Esistenza nel materiale disponibile su questo sito e, naturalmente, nel libro “La relatività dell’Esistenza”, sono consapevole che la sua completa comprensione non può prescindere da un contesto — una sorta di humus culturale — derivante non solo dallo studio formale ma anche dall’esposizione a concetti scientifici e filosofici, domande, paradossi, e perché no storie e romanzi.
Sugli argomenti qui trattati sono stati scritti migliaia di volumi, certamente ben più di quanto sarebbe possibile leggere in una vita intera. Si tratta per lo più di testi molto tecnici, rivolti agli specialisti e per questo spesso di difficile lettura per i non esperti. Nel seguito troverete una breve selezione di scritti che vi aiuteranno ad approfondire i temi della nostra discussione e a formarvi un’opinione su alcune questioni controverse, a proposito delle quali non c’è — e forse non ci sarà mai — accordo unanime. Sono testi scritti per il lettore non specialista, che si sforzano di conciliare la difficoltà degli argomenti che trattano con un’esposizione chiara e accessibile. È grazie all’importante lavoro dei loro autori, quasi sempre scienziati e filosofi di prim’ordine, che le persone curiose possono informarsi, comprendere e ragionare consapevolmente sugli aspetti fondamentali dell’universo e dell’Esistenza. Forti dell’impegno che questi grandissimi uomini hanno speso per rischiarare le tenebre dell’ignoranza, possiamo sfruttare la luce della loro fiamma per guardare dove prima era buio. Guardiamo, allora, fino all’orizzonte e oltre. Buona lettura!
Note: l’acquisto di questi libri attraverso i collegamenti indicati consente di ottenere un piccolo contributo che verrà impiegato per il miglioramento del sito per l’approfondimento dello studio sull’Esistenza. Sarò lieto di aggiungere all’elenco i testi che vorrete segnalare qui.
Julian Barbour, “The end of time. The Next revolution in physics”, Weidenfeld & Nicolson 1999 (trad. it. “La fine del tempo. La rivoluzione fisica prossima ventura”, Einaudi 2000). In questo libro l’autore, un celebre fisico inglese dalla personalità indipendente, espone la sua teoria secondo la quale il tempo si può considerare un fenomeno emergente, privandolo così della natura di ente fondamentale che gli viene usualmente assegnata. In maniera chiara e comprensibile anche al profano viene mostrato nei dettagli come lo scorrere del tempo non sia che un’illusione, e come questo punto di vista getti luce sui misteri ad esso legati.
Fred Kuttner e Bruce Rosenblum, “Quantum Enigma: Physics Encounters Consciousness”, Oxford University Press, 2011. Una trattazione di piacevole lettura sui problemi filosofici legati alle interpretazioni della Meccanica Quantistica e dei suoi legami con la consapevolezza. Attraverso un linguaggio scorrevole ma rigoroso gli autori aiutano a comprendere i problemi cardine ai confini tra filosofia e fisica moderna anche ai non addetti ai lavori. La prima parte del libro espone in maniera chiara i principi fondamentali di questa affascinante e fondamentale teoria, inquadrandoli nel loro contesto storico.
Douglas Hofstadter e Daniel Dennett, “The mind’s I. Fantasies and Reflections on Self and Soul”, Basic Books, 1981 (trad. it. “L’io della mente”, Adelphi, 1993). Come suggerito dal titolo troverete in questo libro una serie di brillanti riflessioni sul sé e sulla consapevolezza, scritte da due scienziati lucidi ed arguti. Non vi troverete molte risposte, ma le domande che vi verranno proposte entreranno a pieno titolo nel vostro bagaglio filosofico e vi aiuteranno ad espandere la conoscenza di voi stessi.
Douglas Hofstadter, “Gödel, Escher, Bach: an Eternal Golden Braid”, Basic Books, 1979 (trad. it. “Gödel, Escher, Bach: un’eterna Ghirlanda Brillante”, Adelphi, 1984). Un testo monumentale, vincitore di un premio Pulitzer e diventato immediatamente oggetto di grande ammirazione. A tratti (apparentemente) semplice, altre volte arcano, l’autore parte da una sintesi tra le opere del matematico Kurt Gödel, dell’artista Maurits Cornelis Escher e del compositore Johann Sebastian Bach per sviluppare un lavoro complesso che offre molti livelli di lettura. Denominatore comune è l’autoreferenzialità, nel tentativo di comprendere come la consapevolezza possa emergere a partire da fenomeni puramente materiali. Anche se i temi trattati non sono strettamente indispensabili alla comprensione della Relatività dell’Esistenza ne suggerisco caldamente la lettura, se non lo avete già fatto.
Ian Glynn, “An anatomy of thought. The origin and machinery of the mind”, Oxford University Press, 1999. In questo libro trovate un’affascinante descrizione del funzionamento del nostro sistema nervoso ed in particolare del cervello, in una panoramica dell’attuale stato dell’arte delle conoscenze in merito. L’autore si prende il tempo necessario a raccontare la storia dell’origine e dell’evoluzione della vita e dell’uomo, e spiega nei dettagli come le reti neurali del cervello riescano ad percepire ed elaborare informazioni. Con onestà ammette che poco o nulla si è scoperto, per ora, su come da esse possa sorgere la consapevolezza, ma in un capitolo affronta ampiamente i grandi temi filosofici legati ai rapporti tra mente e cervello.
Francis Crick, “The astonishing Hypothesis. The scientific search for the soul”, Simon & Schuster, 1994 (trad. it. “La scienza e l’anima. Un’ipotesi sulla coscienza”, Rizzoli, 1994). Crick, premio Nobel per la scoperta della struttura del DNA e successivamente ricercatore nel campo della neurobiologia, presenta in questo volume una serie di argomenti e di prove sperimentali che lo portano a mostrare che la consapevolezza nasce dall’attività dei neuroni all’interno del cervello. L’autore mostra come finalmente siano accessibili all’indagine scientifica concetti quali l’anima umana e il libero arbitrio, che tradizionalmente sono stati trattati esclusivamente nell’ambito della filosofia e della religione.
Nicholas Humphrey, “Soul dust, the magic of consciousness”, Princeton University Press, 2011 (trad. it. “Polvere d’anima, la magia della coscienza”,
Codice edizioni, 2013). L’autore, psicologo e filosofo di fama mondiale che da sempre si occupa dei problemi della consapevolezza, propone in questo libro una serie di intuizioni e di ragionamenti in grado di far luce su alcuni problemi considerati finora intrattabili. Perché siamo in grado di avere esperienze qualitative e di provare sensazioni? Come e perché si è evoluto il nostro senso dell’io? È possibile scoprire in che modo dalla materia si sviluppa la mente consapevole? Quale ruolo gioca la percezione del tempo? Cosa sono gli attrattori strani e perché potrebbero spiegare la nascita del sé? Il volume è ricchissimo di spunti interessanti che si intrecciano con quelli da noi trattati, e anche se non fornisce risposte definitive alle questioni che solleva ci permette finalmente di intravvedere una via verso la soluzione dell’hard problem della consapevolezza.
Robert Kane, “The Oxford Handbook of Free Will”, Oxford University Press, 2005. In questo libro sono raccolti contributi dei più influenti pensatori antichi e moderni, in una sintesi chiara e completa sulla questione del libero arbitrio e sul relativo dibattito filosofico. La molteplicità delle opinioni qui riassunte fa il punto sull’attuale stato dell’arte, e sarà senz’altro utile a chi volesse approfondire il discorso della libertà personale e delle sue relazioni con il determinismo ed il caso.
Paul Davies, “About time: Einstein’s unfinished revolution”, Simon and Schuster, 1996 (trad. it. “I misteri del tempo. L’universo dopo Einstein”, Mondadori, 1996). Una brillante discussione sulla natura del tempo, ed in particolare sul cambiamento di paradigma introdotto dallaTeoria dellaRelatività. L’autore, celebre fisico, presenta una completa panoramica dell’attuale stato dell’arte delle conoscenze sul tempo e su ciò che in proposito può dire la fisica. La sua tesi, chiaramente argomentata, è che l’unico modello sensato è quello dello spazio-tempo stazionario e che il trascorrere del tempo non può che essere un’illusione prodotta dalla consapevolezza. Dello stesso autore consiglio anche il precedente (e più generale) “God and the New Physics”, Simon and Schuster, 1983 (trad. it. “Dio e la nuova fisica”, Mondadori, 1996).
Giuseppe O. Longo, “Di alcune orme sopra la neve”, Mobydick, 2007. Il secondo di una lunga serie di romanzi e racconti nei quali lo scrittore, professore emerito di Teoria dell’Informazione, narra della complessità dell’esistenza e dell’eterno conflitto dei sentimenti umani. In particolare in questo romanzo viene sollevato il tema, sempre caro all’autore, del rapporto tra il territorio (la realtà più o meno oggettiva) e la mappa che di esso si vorrebbe costruire. L’impresa non può che essere imperfetta se non addirittura disperata e pericolosa, ma anche se votata in partenza al fallimento è nella nostra natura inseguirla e sopportarne il tormento.
Fred Hoyle, “October the first is too late”, Harpercollins, 1966 (trad. it. “Il primo ottobre è troppo tardi”, Longanesi & C., 1978). Con questo romanzo di genere fantascientifico il grande fisico e astronomo coglie l’occasione per coinvolgere il lettore in un’avvincente ed intrigante riflessione sul significato del tempo. In particolare sono imperdibili le pagine nelle quali uno dei protagonisti, un fisico egli stesso, descrive al suo amico pianista la natura del tempo, del presente e della loro percezione da parte degli esseri consapevoli. Dedicate qualche ora alla lettura di questo libro e incontrerete divertendovi una serie di concetti di grandissima profondità.
Brian Greene, “The Fabric of the Cosmos: Space, Time, and the Texture of Reality”, Alfred A. Knopf, 2004 (trad. it. “La trama del cosmo. Spazio, tempo, realtà”, Einaudi, 2006). L’autore, fisico teorico e celebre divulgatore, in questa opera aiuta il lettore a riflettere sul significato e sulla realtà di concetti fondamentali quali lo spazio, il tempo e l’entanglement quantistico. Di particolare interesse la discussione sul tempo e sulla sua freccia. Il tema del Multiverso viene approfondito nel volume, dello stesso autore, “The Hidden Reality: Parallel Universes and the Deep Laws of the Cosmos” (Knopf Doubleday, 2011) del quale consiglio la lettura dell’ottavo capitolo, dedicato all’interpretazione di Everett del formalismo della Meccanica Quantistica.
David Deutsch, “The Fabric of Reality: The Science of Parallel Universes and Its Implications”, Penguin books, 1997 (trad. it. “La trama della realtà”, Einaudi, 1997). Deutsch cerca in questo libro una sintesi tra diverse discipline che concorrono a definire ciò che intendiamo per Realtà, quali la Meccanica Quantistica, l’evoluzione, l’epistemiologia e la teoria della computazione. Vi troverete un’analisi lucida e di amplissimo respiro sul tema fondamentale di ciò che intendiamo quando pensiamo al mondo reale. Di particolare interesse per le implicazioni sull’Esistenza il capitolo sul tempo e quelli sulla Meccanica Quantistica. In questi ultimi l’autore porta importanti argomenti a favore dell’interpretazione di Everett e dell’esistenza di quelli che sono noti al pubblico come universi paralleli. Una lettura a tratti intensa ma che non rimpiangerete di aver intrapreso.
Richard Dawkins, “The selfish gene”, Oxford University Press, 1976 (trad. it. “Il gene egoista”, Mondadori, 1994). Non si può comprendere pienamente la vita e quindi l’Esistenza se non si comprende da dove essa sia giunta. Maestro nello studio e nella divulgazione della teoria dell’evoluzione per selezione naturale postulata per la prima volta da Charles Darwin, l’autore presenta una visione rivoluzionaria del rapporto tra geni, organismi ed ambiente. Rivoluzionaria negli anni settanta quando l’ha introdotta, oggi è unanimemente accettata e costituisce la base di ogni successivo ragionamento sull’evoluzione. Se pensate di aver capito il meccanismo dell’evoluzione e non avete mai letto Dawkins, probabilmente vi sbagliate. Consiglio anche, dello stesso autore, “Alla conquista del monte improbabile” (1996) e “Il racconto dell’antenato. La grande storia dell’evoluzione” (2004).
N. David Mermin, “It’s about time: understanding Einstein’s Relativity”, Princeton University Press, 2005. Se volete approfondire il tema della Relatività Ristretta e delle sue implicazioni sulla simultaneità questo è il libro che fa per voi. Utilizzando una matematica accessibile, a livello di scuola secondaria, vengono spiegati nel dettaglio i principi, i meccanismi e le conclusioni della teoria. A differenza degli altri libri qui consigliati questo è una lettura piuttosto impegnativa, che richiede di venir affrontata con pazienza e attenzione. D’altra parte il tema di per sé non è affatto banale, e difficilmente troverete un altro testo dove viene trattato in maniera più chiara e comprensibile di quella di David Mermin .
Arieh Ben-Naim, “Entropy Demystified, The Second Law Reduced to Plain Common Sense”, World Scientific Publishing, 2008. Tutto sommato poco conosciuto, questo libro meriterebbe una diffusione molto maggiore. Il concetto di entropia, cruciale per la definizione della freccia del tempo e in molti altri aspetti della visione scientifica del mondo, viene qui sviluppato in maniera magistralmente chiara attraverso esempi e spiegazioni di complessità crescente. Giunti alla fine del volume avrete scoperto che il concetto di base è sorprendentemente semplice, e ciò vi aiuterà ad inquadrare nella giusta prospettiva tutte le discussioni scientifiche e filosofiche che mettono l’entropia al centro delle loro considerazioni.
Maximilian Schlosshauer, “Decoherence and the quantum-to-classical transition”, Springer Berlin, 2007. Questo testo affronta il fenomeno della decoerenza e di come questo consenta la creazione del mondo ‘classico’ a noi familiare a partire dalle leggi della Meccanica Quantistica. Il taglio è piuttosto tecnico ma non mancano le parti di interesse squisitamente filosofico, in particolare sulla questione dei ‘molti mondi’. L’impegno necessario a leggere il volume, che si conclude con un capitolo sui legami tra il cervello, la consapevolezza e la fisica dei quanti, sarà ripagato dall’acquisizione di concetti importanti, utili a dissipare la confusione che ancora regna attorno alla Meccanica Quantistica ed alle sue interpretazioni.
John Ellis McTaggart, “L’irrealtà del tempo (a cura di Luigi Cimmino)”, BUR Saggi, 2006. In questo libro viene presentata una raccolta di saggi dell’inglese Mc- Taggart, che deve la sua fama al tentativo di negare la realtà del tempo. Con il suo pionieristico lavoro il filosofo ha gettato le basi per una parte importante della successiva discussione filosofica sul tempo che si è svolta nel novecento. Il curatore delinea in un’ampia ed accessibile introduzione i principali argomenti che affollano la moderna filosofia del tempo, riuscendo molto bene nell’intento di offrire un’idea del complesso e composito mondo che la caratterizza. Il lettore ha modo di incontrare concetti fondamentali come le serie temporali A e B, il legame tra coscienza e tempo, il ruolo del linguaggio nella sua percezione e l’importanza della conoscenza scientifica.
Michael Lockwood, “The Labyrinth of Time: introducing the Universe”, Oxford University Press, 2007. L’autore, filosofo e psicologo con una solida formazione scientifica, accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta della natura della realtà, ponendo un’enfasi particolare sul tempo e sul suo rapporto con la consapevolezza. Nel suo lavoro vengono trattati temi come la teoria della relatività, la termodinamica e la meccanica quantistica, offrendo molte domande, alcune risposte e innumerevoli spunti alla discussione in una interessante sintesi di fisica teorica e filosofia.
Raymond Smullyan, “5000 B.C. and Other Philosophical Fantasies”, St Martins Press, 1984 (trad. it. “5000 avanti Cristo. . . e altre fantasie filosofiche”, Zanichelli, 1987). Smullyan ha creato con questo volume il genere della fantafilosofia, per mezzo del quale propone al lettore in maniera leggera e intrigante temi filosofici di grande complessità. Di particolare interesse per il tema dell’Esistenza è il dialogo “Solipsismo illuminato (Enlightened Solipsism)” che si trova alla fine del volume, nel quale si esplora la plausibilità dell’affermazione ‘Il tuo prossimo è te stesso’ e le sue implicazioni.