Conclusione

Oh Uomo, conosci te stesso! – iscrizione sul tempio dell’Oracolo di Delfi

Eccoci qua, dunque, finalmente giunti in cima alla collina sulla quale mi ero ripromesso di accompagnarti. La strada è stata lunga e forse abbiamo viaggiato troppo in fretta, curiosi di gettare uno sguardo sulla vista che si apre da quassù.

Se anche tu come me senti che questo luogo abbia qualcosa di speciale, e se ti sembra che l’impegno necessario valga la pena, ti invito a ripercorrere il sentiero ancora una volta, camminando più lentamente e riflettendo sui particolari.

Non siamo i soli ad essere giunti qui, e neppure i primi. Altri viaggiatori sono arrivati prima di noi, seguendo strade diverse: quella che ti ho mostrato io non è l’unica che porta in cima, anche se probabilmente è la più adatta per noi che abbiamo ancora nel sangue la logica degli antichi greci.

L’idea che ti ho presentato è in sé molto semplice, ma richiede un grosso sforzo per superare ciò che i sensi e la mente ci impongono con tutte le loro forze come un’evidente verità. Crearsi una nuova prospettiva dalla quale osservare il mondo e se stessi non è certo facile, e richiede in ogni caso una lunga riflessione.

Il mio intento non è stato quello di persuadere ma di convincere, o forse più modestamente di invitarti a seguire il mio ragionamento e condividere la sorpresa a cui esso conduce.

Spero che il concetto di Esistenza possa darti – come ha fatto per me – una chiave del tutto razionale per interpretare alcuni insegnamenti ai quali grandi maestri del passato sono arrivati attraverso una via completamente diversa. Alla luce di quanto abbiamo appreso non è affatto assurdo, come poteva sembrare, sostenere che io e te siamo due ma anche uno, che il mondo è un’illusione e allo stesso tempo reale e così via.

Che fare, una volta arrivati a questo punto? È mia opinione che comprendere la natura dell’Esistenza sia solo l’inizio di un lungo viaggio: se le cose stanno come te le ho descritte, ed io ne sono ovviamente convinto, possiamo ricavarne un messaggio di grande profondità.Nel mio lavoro di insegnante mi sento spesso rivolgere una domanda: «A cosa serve studiare? Perché devo faticare tanto per capire queste cose?».

Ebbene, la conoscenza è un albero che matura molti frutti, ma il più importante è senz’altro la strada che porta alla comprensione della vera natura della realtà. Se avessi la possibilità di farti un’unica esortazione, infatti, questa sarebbe senz’altro “Trova la tua strada e comprendi la vera naturadell’Esistenza, il resto verrà da sé”.

Per quale ragione ci sia l’universo, infine, ed esso contenga l’Esistenza, non lo so. So però che non ha senso chiedersi da dove venga, chi l’abbia creato e quando. Forse, come speculano alcuni filosofi, la realtà è solo un’espressione matematica astratta che noi guardiamo dall’interno. . . in ogni caso siamo qui, consapevoli di appartenere ad un ente più grande nel quale non ci può essere oblio. Nel bene e nel male, nella gioia e nella sofferenza siamo perché è impossibile non esserci, e perché attraverso noi l’intera Esistenza possa affermare «Cogitamus, ergo sum!».

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